giovedì 19 agosto 2010

Social-tv: un possibile futuro

Tenendo fede a quanto detto nel momento in cui ho cretao questo blog (vedi "perché parlare di televisione?") riporto questo articolo apparso oggi su Repubblica.it in cui si riflette sul futuro della nonna-tv. L'articolo in questione parla della social-tv: una televisone fruibile tramite internet con la possibilità di essere nello stesso momento in connessione con altre persone appassionate dello stesso programma. Un modello di comunicazione non più quindi one-to-one ma, addirittura, many-to-many. Le persone che si trovano ad essere sintonizzate nello stesso momento su uno stesso canale o telefilm, soap, programma possono entrare a far parte di una community, interagire, chattare anche tramite avatar, utilizzare applicazioni. L'articolo parla di "un'esperienza sociale che, nelle intenzioni di chi ci sta puntando dovrebbe ricalcare i sentimenti di quando, più di mezzo secolo fa, la gente usciva per andare nei bar o nelle case dei vicini che se la passavano meglio per vedere un po' di scatola magica".

Quindi, come sostengono molti teorici della tv, non più un pubblico di massa ma un pubblico sempre più targettizzato tramite criteri non-convenzionali. Ci si raggruppa non più soltanto in base allo status economico e sociale ma attorno a passioni e interessi comuni, come se ci si sentisse parte di una tribù, in un'area virtuale dai confini geografici inesistenti.
I vantaggi sono notevoli sia da parte di chi produce i contenuti (poter contare su una nicchia di pubblico fedele, la consapevolezza che ci sarà qualcuno disposto ad acquistare quel prodotto, ricevere informazioni sul proprio target per ulteriori prodotti televisivi), sia da parte di chi trasmette tale contenuto (poter interagire in modo diretto con gli utenti, poter vendere gli spazi pubblicitari in funzione del pubblico, ricevere informazioni sul proprio target, abbinare al contenuto applicazioni che permettano transazioni economiche, posizionare le pubblicità ad hoc etc.). Gli utenti, dal canto loro, possono fruire nel momento in cui vogliono dell'offerta alla quale sono più interessati, approfondire tali contenuti, ricevere informazioni su prodotti che posso essere di loro interesse e relazionarsi con altre persone sentendosi parte di una tribù.
Una piattaforma intressante da questo punto di vista è qlipso.com (che nell'aprile scorso ha acquistato Veoh) e che "consente di selezionare un video ed invitare i propri amici a vederlo in una sorta di stanza virtuale. Gli invitati possono essere scelti dai propri contatti sui  social network.

La domanda che mi pongo a questo punto è: la social-tv sostituirà la tv generalista o le due coesisteranno? Sono in molti ad ipotizzare che la tv generalista malgrado tutto sopravviverà per il famoso effetto piazza (Menduni, 2002) che ci porta ad accendere lo schermo così, per sapere cosa è successo di più o meno importante nel mondo nel momento in cui eravamo assenti (o sconnessi?)

Nessun commento:

Posta un commento